Vi siete mai chiesti come il nostro corpo segnala un'infiammazione nascosta? O quali sono i segnali che dobbiamo ascoltare per capire se qualcosa non va nel nostro organismo?
In questo articolo, esploreremo insieme sei test fondamentali per rilevare i marcatori dell'infiammazione latente. Questi test non sono solo numeri su un referto medico, ma veri e propri messaggeri che ci raccontano la storia interna del nostro corpo, permettendoci di agire tempestivamente per preservare la nostra salute.
Affronteremo argomenti come la Proteina reattiva C, l'Interleuchina 6, e altri indicatori vitali, cercando di renderli non solo comprensibili, ma anche vicini alla nostra esperienza personale. Perché, alla fine, comprendere questi test significa prendersi cura di sé stessi in modo più informato e consapevole.
Parleremo anche di come l'infiammazione cronica possa essere un nemico silenzioso, spesso collegato a malattie come Alzheimer, Parkinson e diabete di tipo 2, e perché è così importante tenerla sotto controllo. Questo articolo è un invito a guardare più da vicino alla vostra salute, armati delle conoscenze giuste per fare scelte informate.
Cos’è l’infiammazione latente?
L’infiammazione latente è tipica delle malattie croniche, motivo per cui si tratta di una tipologia di infiammazione lenta e a lungo termine. Molti studi dimostrano che sia persino associata all’invecchiamento, tanto che viene anche definita “inflammaging” (dall’inglese “inflammation”, ovvero infiammazione, e “aging”, ovvero invecchiamento). La caratteristica delle infiammazioni croniche è che non sono solo dovute da infezioni virali o batteriche, ma anche da fattori interni ed esterni non trasmissibili, come alti livelli di grasso corporeo, esposizione a fattori di stress o la presenza di una malattia cronica.
Questa tipologia di infiammazione comporta una risposta immunitaria, durante la quale vengono rilasciate nel sangue delle molecole pro-infiammatorie specifiche, ovvero i marcatori dell’infiammazione, come citochine e radicali liberi.
Gli effetti dell’infiammazione latente sulla nostra salute
La flogosi cronica può comportare diversi problemi di salute, andando anche ad esacerbare o accelerare i processi di invecchiamento. Questa tipologia di infiammazione sarebbe dunque associata a malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer o il Parkinsons, oltre che al diabete di tipo 2 e al cancro.
Inoltre la presenza costante di biomarcatori dell’infiammazione latente può anche, nel lungo periodo, andare ad intaccare e danneggiare il materiale genetico delle nostre cellule, rendendole meno efficienti e abbassando i loro meccanismi di protezione.
6 esami per testare i marcatori dell’infiammazione cronica
I biomarcatori dell’infiammazione latente possono essere valutati sia tramite esami ematici, sia tramite esami effettuati su altri liquidi biologici. Di seguito tratteremo i principali test da effettuare per monitorare i propri livelli di infiammazione cronica.
Proteina reattiva C
La proteina reattiva C (PCR) viene prodotta dal fegato a seguito di un’infiammazione. Questa proteina è presente in basse dosi nel sangue, quindi livelli elevati indicano la presenza di flogosi in corso, come la presenza di una malattia cardiovascolare (Ref). Gli esami per la PCR si eseguono per via ematica, e i parametri di riferimento variano tra 0.5 mg/l e 10 mg/l. Valori superiori a questo range indicano uno stato infiammatorio.
Interleuchina 6
L’interleuchina 6 (IL-6) è una proteina prodotta a seguito di una risposta immunitaria in presenza di malattie croniche, come diabete, cancro o artrite reumatoide. Il test per questo biomarcatore si effettua tramite esami del sangue, e il range di riferimento è <5pg/ml, oltre il quale si può dedurre che ci sia un’infiammazione in corso (Ref).
Velocità di eritrosedimentazione
Questo esame valuta la velocità di sedimentazione degli eritrociti, ovvero la velocità con cui i globuli rossi sedimentano in un campione di sangue (Ref). I valori di riferimento variano tra 0-19mm/h per l’uomo e 0-28mm/h per la donna.
Radicali liberi
Questo test si effettua tramite il BAP test, al fine di valutare i livelli di radicali liberi e quindi lo stato di infiammazione da stress ossidativo in atto (Ref).
Albuminemia
L’albuminemia valuta la quantità di albumina nel sangue dopo essere stata sintetizzata nel fegato al fine di identificare la severità di un’infiammazione in atto (Ref). I valori di riferimento sono 3.5-5.5g/dl.
Transferrinemia
Questo esame serve a monitorare i livelli di transferrina in circolo, e quindi a valutare la presenza o meno di anomalie nei processi metabolici del ferro (Ref). I valori di riferimento della transferrina variano tra 240 e 360ml/dL.
Conclusione
La flogosi cronica e i suoi biomarcatori possono comportare diversi problemi di salute e velocizzare i processi di invecchiamento. Tuttavia, è possibile monitorare i livelli di infiammazione tramite diversi esami del sangue, che vanno a determinare la concentrazione dei biomarcatori di riferimento. Questi test sono necessari per valutare lo stadio di infiammazione e le terapie più adatte da intraprendere.